L'Atleta

Chilometro 234. Traversata di Templeuve. Sei uomini al comando: Dietz, Tafi, Vanderaerden, Ekimov, e, appena rientrati, Bortolami e Ballerini.
Un tratto di pavé di 250 metri. Anonimo. Ballerini attacca lì. Mancano 32 chilometri al traguardo della Roubaix, una corsa per lui stregata. A 30 anni prova per la settima volta. Il 9 aprile 1995.

Sui cubi di pavé stavolta la sua bici canta. Come il paese dove abita, Cantagrillo, in estasi davanti alla tv. Ballerini balla. Nel suo gesto c’è euritmia, forza.
Gli occhi accesi da un miraggio, corre rapido. Via per Louvil, Cysoing, dove era partito due anni prima, Bourghelles, Wannehain... Nomi della mappa di un cercatore di tesori. La sua è una cavalcata di fiaba. Scavalca Camphin-en-Pévèle, Carrefour de l’Arbre, Gruson, Chereng, Hem.

Irrompe nel velodromo di Roubaix con 1’56” di vantaggio sulla muta che lo insegue. Vince in solitudine. Come Maurice Garin, come Coppi, come Bevilacqua, come Moser. “MAESTRO BALLERINI”, così, il giorno dopo, L’Équipe titola in prima a tutta pagina.La Roubaix era la sua ossessione. La farà per 13 volte e la concluderà sempre.L’11 aprile 1993 l’aveva dominata, schiantando i rivali. Tutti, tranne uno: Duclos-Lassalle, l’ultimo vincitore.

Un uomo fermo in volata. “Ero sicuro di vincere al cento per cento”, dirà poi. Invece fu battuto per otto centimetri. Aveva versato lacrime amare. “Dante era fiorentino come me: non avrebbe potuto inventare un girone infernale più terribile di quel velodromo”, ci confidò due anni dopo. La Roubaix resta il sogno della sua vita. Lì cerca il capolavoro, con l’ostinazione dell’amore. Il 12 aprile 1998 lo trova. Quel giorno, nella foresta di Arenberg, per due volte Tchmil lo trascina nella caduta.
Ballerini si ammacca, rompe una ruota. Si trova a 123 chilometri dal traguardo con 7’15” di ritardo dal gruppo di testa. Insegue fieramente. Rientra tra i primi inseguitori. Poi a 62 chilometri dall’arrivo parte in caccia. Riprende ad uno ad uno i fuggitivi. Ultimo a resistergli è Ludo Dierckxsens. Lo stacca a 45 chilometri da Roubaix e vola irresistibile. Al traguardo ha 4’16” di vantaggio su Tafi. La vittoria col massimo scarto dai tempi di Merckx (5’21” su Roger De Vlaeminck nel 1970).

Ballerini lo ricordiamo così. Il velodromo di Roubaix che sboccia come un fiore di primavera. Un pomeriggio glorioso illuminato dal sorriso. Il suo sussurro felice: “Attraverso l’Inferno sono entrato in Paradiso”. Parole che cantano. Belle, oggi, come la speranza.

di Claudio Gregori (La Gazzetta dello Sport)


Statistiche

23 agosto 1987 Tre Valli Varesine
31 luglio 1988 Cronosquadre Coppa Italia
23 agosto 1988 Circuito Sanson a Saccolongo
4 settembre 1988 Cronosquadre Giro di Catalogna a Barcellona
15 luglio 1989 Gp Camaiore
11 settembre 1989 Circuito Belvedere a Fivizzano
23 aprile 1990 Giro di Campania
12 settembre 1990 Circuito a Sesto Fiorentino
19 settembre 1990 Parigi-Bruxelles
30 settembre 1990 Gp delle Americhe a Montreal (Coppa del Mondo)
18 ottobre 1990 Giro del Piemonte
9 giugno 1991 14a tappa Giro d’Italia (Torino-Morbegno)
28 settembre 1991 Giro di Romagna
28 maggio 1993 Cronosquadre Hofbrau Cup (2a tappa)
7 luglio 1993 Cronosquadre Tour de France (4a tappa, Dinard- Avranches)
25 febbraio 1995 Het-Volk
9 aprile 1995 Parigi-Roubaix
16 maggio 1996 Gp Vallonia (poi squalificato)
19 maggio 1996 Criterium dietro derny ad Amsterdam
10 giugno 1996 5a tappa Giro d’Austria
12 aprile 1998 Parigi-Roubaix